sabato 4 febbraio 2017

L'usignolo di Kristin Hannah


"Non aveva imparato niente nella vita? Le persone se ne andavano. 
Lo sapeva. Abbandonavano soprattutto lei." 

"L'usignolo" narra la storia di Vianne e Isabelle, due donne e sorelle, Pleiadi moderne, il cui spirito guerriero viene partorito dall'atrocità della guerra. Queste due potenti eroine da succubi diventeranno concubine dell'orrore e giacendo nello stesso letto di loro carnefici, chiamati "fame", "paura" e "sangue", scopriranno la forza motrice che spinge un uomo a diventare eroe. 

“...E proprio tu, fra tutti, dovresti sapere che una donna può fare tutto ciò che può fare un uomo.”

Non sono soltanto un inno al femminismo e nemmeno una semplice storia d'amore e guerra. La guerra è "pharmakon" per le nostre eroine, scopriranno, infatti, che possono essere avvelenate e guarite da un evento temprante e allo stesso tempo straziante. La Seconda guerra mondiale e la deportazione degli ebrei, sono le tragedie che fanno da filo conduttore a una trama che sarà scritta da ogni singola azione valorosa compiuta dalle donne che realmente hanno combattuto la guerra tra le quattro mura di casa. Parigi è assediata, l'esodo è iniziato, la fine sembra vicina, ma in un mondo avvizzito dall'odio, Vianne e Isabelle, trovano il modo di ridestare il seme dell'amore, semplicemente salvando delle vite. La guerra si trasforma in opportunità nelle mani, nel grembo e nel cuore delle donne. 

“La sua amata città era come una cortigiana un tempo bellissima e ora invecchiata, dimagrita, stanca e abbandonata dai suoi amanti. 
In meno di un anno il frastuono incessante degli stivali militari tedeschi sulle strade aveva privato quella maestosa città della sua essenza, e le svastiche su ogni monumento l’avevano sfigurata.”

Come si può trasformare una città quale Parigi, simbolo della libertà e dell'amore, in una cortigiana che giace col nemico pur di reggersi in piedi? Parigi cade, cade e cade nel vuoto portato dalla guerra. La speranza è ancora la che vive all'oscuro, in silenzio, indisturbata, nel petto delle madri, delle figlie, delle sorelle, mentre rimbocca le coperte ai figli pelle ossa, mentre sutura ferite, imbocca ammalati, tende la mano a un aviatore sperduto e perduto. La speranza si chiama Vianne, Isabelle, Sophie, Sarah. Parigi una donna che salva e da salvare. Leggere "l'usignolo" è come perdere tra le note di un cantico di speranza. 




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